UNA STRANA MAGIA
Il Centro Scout,
spazio vivo ove interagiscono memoria e futuro.
Nel dare una rapida lettura alle centinaia di testimonianze che in
questi primi quaranta anni di vita sono pervenute ritorna sovente il
riferimento alla Base scout della Massariotta-Marineo come luogo “magico”. A proposito circa 20 anni fa alcuni rovers in
servizio alla Base composero un canto sulla Massariotta che così inizia: “C’è una strana magia che viaggia nel tempo
…”.
Le “magie” non vengono dall’alto, sono determinate dai luoghi e dalla
loro storia, dalle persone che hanno cura di tali luoghi o li frequentano,
dalle attività che vi si realizzano, dallo stato d’animo di chi vi partecipa. Esse
suscitano stupore, meraviglia, emozioni speciali; lasciano una traccia, sovente
imperitura, in chi le prova. Una traccia che aiuta a maturare e che diviene
felice memoria che accompagna lungo i sentieri della vita.
Le magie albergano in luoghi specifici, non si comprano al mercato.
Nello Scautismo ci sono e ci sono stati diversi luoghi che possiamo definire
“magici” perché significativi. Un esempio è quello di Colico: “Vatti a Colico ad accampar, là c’è sempre
qualcosa da imparar!”, dice un vecchio canto. Questi luoghi, risorsa non
solo personale, ma anzitutto di tutta l’Associazione, vanno protetti e migliorati
perché non si svuotino di significato e perché non si disperdano le
risorse culturali, umane e materiali che
li hanno reso vivi.
A proposito, mi sembra opportuno fare riferimento al pensiero di
alcuni studiosi contemporanei, quali Augé e Bauman [1],
che hanno approfondito le tematiche relative ai “luoghi” e ai “non luoghi”. Un luogo antropologico, scrive Augé, “ è allo stesso tempo un principio di senso per
coloro che lo abitano e un principio di intelligibilità per colui che lo
osserva. Essi hanno tre
caratteristiche: identitari, relazionali e storici”. Bauman precisa che “un luogo è uno spazio relazionale identitario
storico, cioè uno spazio in cui le relazioni sono sollecitate e sono parte
integrante di questo luogo, i soggetti si riconoscono al suo interno e per
questo è definito identitario e storico, perché i soggetti hanno una storia
comune e si richiamano ad essa. Il non luogo è uno spazio privo delle
espressioni simboliche di identità, relazioni e storia”.
Le caratteristiche dei “luoghi” possono essere utilizzate per
rileggere la funzione di un Centro Scout e per dare ad esso sempre maggiore
significato, evitando di farlo nascere o di ridurlo in non luogo, cioè ambiente di transito,
da consumare, che non lascia traccia. Oggi si frequentano tanti non luoghi,
magari belli, a norma, definiti “sicuri” (sicurezza educativa o sicurezza
strutturale?).
Ripensando a questo primo quarantennio di vita della Massariotta,
rileggendo le varie testimonianze, mi accorgo che – al di là delle difficoltà e
delle “smagliature” che ci sono state, si è notata una continua tensione a
caratterizzarla come “luogo significativo”.
Ad esempio: La Base è inserita in un ambiente boschivo ed antropologico, ricco ed affascinante dal punto
di vista ambientale, storico e umano, che offre numerose possibilità di
svolgere attività di qualità; è stata uno spazio di ricche relazioni umane sia interne sia esterne (molteplici e frequenti le
attività che vi si sono svolte in interazione con le istituzioni del
territorio: scuole, azienda forestale, associazioni locali …. ); è stata curata
da un gruppo di persone (un gruppo
che nel corso degli anni si è arricchito e si è rinnovato, senza perdere stile
e identità, grazie all'interazione tra varie generazioni e all'annuale
inserimento di nuove presenze (molte testimonianze provengono da persone che
hanno svolto attività e/o servizio nella Base per più anni); ha avuto una sua identità radicata nei valori dello
Scautismo e vivificata dall’essere Base del Settore Specializzazioni (non luogo
usato dal Settore, ma luogo reso visibile e credibile dalla attività del
Settore): ciò ha motivato i capi del Settore a curarla con amore, con
continuità, con competenza, e a costruirla – seppur con limitate risorse-
secondo specifiche esigenze educative e pratiche. Perciò le testimonianze concordano nel
definirla spazio ove ambiente, magia, competenza, avventura, formazione,
amicizia, operosità, entusiasmo, valori sono stati preziosi ingredienti che
hanno lasciato una traccia in ciascuno e hanno promosso una feconda
progettualità, valorizzando il “genius
loci”, quel genius che dona una
particolare caratterizzazione e chance a quel specifico territorio.
Anche altri Centri e Basi scout portano in sé questa ricchezza. La
sfida per tutti è di non cedere alla tentazione di progettarli o ridurli come
“non luoghi”, spazi ove la memoria viene cristallizzata in un arido cippo
impolverato, ove l’identità si perde nel vento o viene annacquata dalla
pioggia, ove tutti sono sempre autoreferenti
forestieri di passaggio.
Lo Scautismo (e i ragazzi, anzitutto) ha bisogno di “luoghi che parlano”,
luoghi che producano cultura, spazi ove gustare quella strana magia che fa
volare in alto ed accompagna verso il domani.
Un radicamento in questi luoghi del Settore Specializzazioni e degli
eventi di formazione favorirà il “volare
in alto, il lasciare una traccia, un migliore servizio. Favorirà anche un più idoneo uso delle strutture e dei
materiali, anche a garanzia degli Staff che vi operano.
Solo il radicamento ambientale,
l’identità e la relazionalità (e, naturalmente, la piena valorizzazione delle
risorse) potranno essere base sicura sulla quale progettare il futuro.
Giovanni Perrone
[1]
A. Bauman,
Modernità liquida, ed. laterza, 2006;
M. Augé, Non luoghi. Introduzione a un’antropologia della surmodernità. Ed. Eleuthera, 2009
Nessun commento:
Posta un commento